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8
February
2025

La prima infanzia merita tutte le attenzioni del mondo - Parte prima

Per poter realizzare il loro progetto di vita, le famiglie giovani e meno giovani, hanno bisogno di servizi innovativi e affidabili

Laura Nardini
Laura Nardini
Redazione CdC
Redazione CdC

Carissima Laura Nardini, ci racconti qualcosa di sé.

Sono Laura Nardini, ho all’attivo due figli, uno di 36 e uno di 30 anni, e due matrimoni. Teoricamente sono in pensione dal 2017. Dico teoricamente poiché sono stata chiamata a condurre, col ruolo di Presidente, l’Associazione NINFA che raccoglie i Nidi in Famiglia della Regione del Veneto e, con il ruolo di segretaria, a collaborare con l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Tango: al buio ballando con i sensi” con sede a Caldonazzo (TN).

L’essere in pensione mi ha permesso di riprendere e dedicare più tempo alle mie passioni, viaggiare, camminare, ballare, dipingere (dilettantisticamente), cucinare e leggere.

Gli impegni di Presidente, da una parte, e di segretaria dall’altra mi stanno assorbendo non poco.

Questi “nuovi” impegni hanno molto a che vedere con la sua esperienza professionale.

Sì, certamente. Sono laureata in Psicologia e specializzata in Psicoterapie Brevi, ed ho lavorato per 43 anni.

I primi venti anni, presso il Comune di Venezia occupandomi prima di programmi scolastici da proporre alle scuole primarie e secondarie; successivamente come operatrice culturale presso l’Assessorato all’ecologia; per poi approdare ai Servizi Sociali, occupandomi di disabilità dalla nascita fino all’inserimento lavorativo, alle barriere architettoniche e ai trasporti.

Il mio desiderio di dedicarmi all’età evolutiva, che ha rappresentato la maggior parte del mio percorso scolastico, mi ha portato in Regione del Veneto dove nuovamente mi era stato richiesto di occuparmi di disabilità, proprio in virtù della mia consolidata esperienza nel settore.

Finalmente, l’avvicendarsi delle cose, mi ha permesso di occuparmi di infanzia e prima infanzia dato che la normativa regionale prevede che ci sia un coordinamento nonché finanziamenti sia in conto capitale che in conto gestione.

E sempre grazie all’avvicendarsi delle cose, nell’ultimo periodo di lavoro, mi sono occupata attivamente di politiche per la promozione della famiglia. Quindi conciliazione tempo di vita e tempo di lavoro e individuazione dei possibili supporti a favore delle famiglie.

Laura Nardini in un momento di piacevole relax.

Come si è ritrovata in Casa dei Cittadini?

Ricordo che quando lavoravo in Regione, alle politiche per la famiglia, avevo incontrato l’allora sindaco Maurizio Bernardi e l’allora Vicesindaco Giovanni Peretti che dovevano concludere la costruzione del servizio Nido d’infanzia.

Sin da subito, data l’originalità della cosa, guardai con curiosità e un pizzico di invidia, questa realtà del Comune di Castelnuovo del Garda, così unica e diversa dalle altre che, data la mia posizione, avevo modo di conoscere.

Avevo percepito, giustamente, posso dire oggi, come ci fosse concretezza nell’agire ma al tempo stesso una visione aperta al futuro, dinamica e avveniristica.

Accade poi che il secondo matrimonio mi ha portato a vivere a Castelnuovo del Garda.

Ho qui incontrato nuovamente Maurizio e ho avuto conferma di ciò che avevo solo percepito: sani propositi, concretezza nel volerli attuare, spirito di collaborazione e condivisione. Ovviamente il tutto supportato da una base costruttiva solida e competente.

Questo per me ha grandissima importanza: portare avanti politiche e conseguenti azioni nate e costruite con altre persone in una logica dialettica ma competente proprio per la condivisione.

La sua esperienza presso il comune di Venezia, l’ha portata a continuare ad occuparsi dei più piccoli.

In realtà per occuparsi dei più piccoli (e aggiungerei delle persone disabili) è indispensabile occuparsi prima della famiglia o quanto meno del contesto in cui bimbi e/o le persone, vivono.

L’esperienza avuta presso il Comune di Venezia mi ha segnato in tutta la mia esperienza successiva. Mi riferisco al periodo in cui ho lavorato nel settore disabilità. Inizialmente dovevo occuparmi solo della costruzione di un sito per la raccolta dati e per poter dare informazioni.

Successivamente ho gestito sia il supporto alle insegnanti di sostegno delle scuole di tutto il comune, sia i rapporti con i distretti per l’inserimento lavorativo con quanto necessario, dai trasporti all’assistenza.

L’aspetto però che mi ha maggiormente influenzato, è stato il rapporto con le famiglie.

In Comune, se si è presenti, arrivano le situazioni più estreme. Significa quindi che ci si incontra con famiglie che non hanno la chance della speranza in un miglioramento. Si deve quindi lavorare, a mio avviso, per dare sollievo, ascolto e per aiutare ad individuare le soluzioni percorribili.

Ho così compreso che se si vuole lavorare bene per il possibile benessere delle persone è innanzitutto importante lavorare sul contesto ovvero sulla famiglia.

Poi, il passaggio in Regione Veneto.

Spostandomi in Regione ho fatto tesoro della “esperienza pratica svolta in Comune” per coniugare, a partire dalle norme, le programmazioni sia per l’infanzia ma soprattutto considerando la famiglia.

Affinché la famiglia possa svolgere il proprio ruolo genitoriale al meglio, è necessario che possa avvalersi di adeguati supporti. Non intendo solo supporti economici. Penso piuttosto a organizzazioni e sistemazioni di lavoro articolabili sulle possibili necessità dei lavoratori.

Assemblea Annuale dell'Associazione NINFA - https://www.ninfanidiinfamiglia.org/

Penso a servizi competenti, di qualità e idonei a supportare le famiglie secondo le diverse età dei bambini.  É innegabile che ormai, salvo rari casi, non c’è più il supporto della famiglia allargata, quella per cui ci si poteva accordare anche all’ultimo momento per la gestione dei piccoli.

Credo che oggi, dal gran parlare del calo delle nascite e del calo delle famiglie, non sia chiaro che un peso importante è dato dalla mancanza di certezze circa la possibilità di contare sul supporto di servizi e di organizzazioni che semplifichino la vita familiare.

Continuo a sentir parlare di servizi innovativi, ormai da più di 30 anni, quando l’unica vera innovazione sarebbe dare stabilità all’offerta dei servizi. Poi come si lavora all’interno dei servizi è un altro discorso.

8
February
2025

La prima infanzia merita tutte le attenzioni del mondo - Parte prima

Per poter realizzare il loro progetto di vita, le famiglie giovani e meno giovani, hanno bisogno di servizi innovativi e affidabili

Laura Nardini
Laura Nardini
Redazione CdC
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🤝 Collaboratori

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📝 Descrizione del Progetto

Carissima Laura Nardini, ci racconti qualcosa di sé.

Sono Laura Nardini, ho all’attivo due figli, uno di 36 e uno di 30 anni, e due matrimoni. Teoricamente sono in pensione dal 2017. Dico teoricamente poiché sono stata chiamata a condurre, col ruolo di Presidente, l’Associazione NINFA che raccoglie i Nidi in Famiglia della Regione del Veneto e, con il ruolo di segretaria, a collaborare con l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Tango: al buio ballando con i sensi” con sede a Caldonazzo (TN).

L’essere in pensione mi ha permesso di riprendere e dedicare più tempo alle mie passioni, viaggiare, camminare, ballare, dipingere (dilettantisticamente), cucinare e leggere.

Gli impegni di Presidente, da una parte, e di segretaria dall’altra mi stanno assorbendo non poco.

Questi “nuovi” impegni hanno molto a che vedere con la sua esperienza professionale.

Sì, certamente. Sono laureata in Psicologia e specializzata in Psicoterapie Brevi, ed ho lavorato per 43 anni.

I primi venti anni, presso il Comune di Venezia occupandomi prima di programmi scolastici da proporre alle scuole primarie e secondarie; successivamente come operatrice culturale presso l’Assessorato all’ecologia; per poi approdare ai Servizi Sociali, occupandomi di disabilità dalla nascita fino all’inserimento lavorativo, alle barriere architettoniche e ai trasporti.

Il mio desiderio di dedicarmi all’età evolutiva, che ha rappresentato la maggior parte del mio percorso scolastico, mi ha portato in Regione del Veneto dove nuovamente mi era stato richiesto di occuparmi di disabilità, proprio in virtù della mia consolidata esperienza nel settore.

Finalmente, l’avvicendarsi delle cose, mi ha permesso di occuparmi di infanzia e prima infanzia dato che la normativa regionale prevede che ci sia un coordinamento nonché finanziamenti sia in conto capitale che in conto gestione.

E sempre grazie all’avvicendarsi delle cose, nell’ultimo periodo di lavoro, mi sono occupata attivamente di politiche per la promozione della famiglia. Quindi conciliazione tempo di vita e tempo di lavoro e individuazione dei possibili supporti a favore delle famiglie.

Laura Nardini in un momento di piacevole relax.

Come si è ritrovata in Casa dei Cittadini?

Ricordo che quando lavoravo in Regione, alle politiche per la famiglia, avevo incontrato l’allora sindaco Maurizio Bernardi e l’allora Vicesindaco Giovanni Peretti che dovevano concludere la costruzione del servizio Nido d’infanzia.

Sin da subito, data l’originalità della cosa, guardai con curiosità e un pizzico di invidia, questa realtà del Comune di Castelnuovo del Garda, così unica e diversa dalle altre che, data la mia posizione, avevo modo di conoscere.

Avevo percepito, giustamente, posso dire oggi, come ci fosse concretezza nell’agire ma al tempo stesso una visione aperta al futuro, dinamica e avveniristica.

Accade poi che il secondo matrimonio mi ha portato a vivere a Castelnuovo del Garda.

Ho qui incontrato nuovamente Maurizio e ho avuto conferma di ciò che avevo solo percepito: sani propositi, concretezza nel volerli attuare, spirito di collaborazione e condivisione. Ovviamente il tutto supportato da una base costruttiva solida e competente.

Questo per me ha grandissima importanza: portare avanti politiche e conseguenti azioni nate e costruite con altre persone in una logica dialettica ma competente proprio per la condivisione.

La sua esperienza presso il comune di Venezia, l’ha portata a continuare ad occuparsi dei più piccoli.

In realtà per occuparsi dei più piccoli (e aggiungerei delle persone disabili) è indispensabile occuparsi prima della famiglia o quanto meno del contesto in cui bimbi e/o le persone, vivono.

L’esperienza avuta presso il Comune di Venezia mi ha segnato in tutta la mia esperienza successiva. Mi riferisco al periodo in cui ho lavorato nel settore disabilità. Inizialmente dovevo occuparmi solo della costruzione di un sito per la raccolta dati e per poter dare informazioni.

Successivamente ho gestito sia il supporto alle insegnanti di sostegno delle scuole di tutto il comune, sia i rapporti con i distretti per l’inserimento lavorativo con quanto necessario, dai trasporti all’assistenza.

L’aspetto però che mi ha maggiormente influenzato, è stato il rapporto con le famiglie.

In Comune, se si è presenti, arrivano le situazioni più estreme. Significa quindi che ci si incontra con famiglie che non hanno la chance della speranza in un miglioramento. Si deve quindi lavorare, a mio avviso, per dare sollievo, ascolto e per aiutare ad individuare le soluzioni percorribili.

Ho così compreso che se si vuole lavorare bene per il possibile benessere delle persone è innanzitutto importante lavorare sul contesto ovvero sulla famiglia.

Poi, il passaggio in Regione Veneto.

Spostandomi in Regione ho fatto tesoro della “esperienza pratica svolta in Comune” per coniugare, a partire dalle norme, le programmazioni sia per l’infanzia ma soprattutto considerando la famiglia.

Affinché la famiglia possa svolgere il proprio ruolo genitoriale al meglio, è necessario che possa avvalersi di adeguati supporti. Non intendo solo supporti economici. Penso piuttosto a organizzazioni e sistemazioni di lavoro articolabili sulle possibili necessità dei lavoratori.

Assemblea Annuale dell'Associazione NINFA - https://www.ninfanidiinfamiglia.org/

Penso a servizi competenti, di qualità e idonei a supportare le famiglie secondo le diverse età dei bambini.  É innegabile che ormai, salvo rari casi, non c’è più il supporto della famiglia allargata, quella per cui ci si poteva accordare anche all’ultimo momento per la gestione dei piccoli.

Credo che oggi, dal gran parlare del calo delle nascite e del calo delle famiglie, non sia chiaro che un peso importante è dato dalla mancanza di certezze circa la possibilità di contare sul supporto di servizi e di organizzazioni che semplifichino la vita familiare.

Continuo a sentir parlare di servizi innovativi, ormai da più di 30 anni, quando l’unica vera innovazione sarebbe dare stabilità all’offerta dei servizi. Poi come si lavora all’interno dei servizi è un altro discorso.

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